Legno, cuoio, ferro, ruggine, vino e birra

Con il passare degli anni mi sono accorto di aver sviluppato una notevole idiosincrasia per la "plastica". Detesto la plastica: mi dà fastidio il suo contatto. Mi sembra un materiale fasullo, capace di produrre degli oggetti in qualche modo "falsi", delle brutte copie economiche di originali, di oggetti autentici. 

Ecco per me la plastica è il materiale "non-autentico" per definizione.

Preferisco sempre di più il contatto con il legno, con il ferro, con il cuoio, i tessuti veri. Ed ovviamente questa idea di "plastica" si estende, nella mia personale opinione, anche ai gusti, ai suoni, alla visioni, agli odori. 

Mi piace il colore, il calore e gli odori di materiali autentici, non plastici: non c'è nulla di più esteticamente bello per me di un oggetto di ferro arrugginito o l'odore del legno. Adoro la ruggine! 

Allo stesso modo adoro i cibi, i sapori e le bevande autentiche: un buon bicchiere di vino o di birra non ha eguali. Altro che quegli intrugli alcolici colorati che bevono i ragazzotti di oggi.

Ovviamente ci sono persone di "plastica" e quelle fatte di legno, ferro e ruggine. Ci sono persone fredde, lisce e asettiche come la plastica e quelle ruvide, bollenti e sporche come le corde arrugginite di una Fender Stratocaster del '68 sverniciata dal sudore. Naturalmente ci sono i musicisti di plastica cioè quelli "precisini" con lo spartito e gli accordi scritti, quelli che si devono preparare prima, quelli che "abbiamo suonato questo pezzo sempre così e non si può cambiare", quelli che fanno solo e soltanto cover, di cantautori italiani magari... E poi ci sono i musicisti legno, ferro e ruggine: poche prove e molta improvvisazione, suonano tutto a orecchio, magari non sanno leggere nemmeno una sola nota musicale e quando vanno al cesso pisciano rock'n'roll o un blues in mi7...

Anche la musica mi piace quindi che sia autentica: non mi piace la musica che sa di plastica, suonata con strumenti di plastica, da musicisti di plastica. Un bellissimo blues, suonato con una batteria di legno, chitarre vere, un basso vero, ha un fascino incredibile rispetto alle schifezze fatte con i computer con i loro suoni campionati e fasulli.

Ma vogliamo mettere il suono di una Fender Telecaster o di una Gibson Les Paul con quelle chitarrette cinesi con i loro suoni di plastica! Se ci vuoi fare Heavy Metal magari non noti la differenza e ti possono andare bene, ma se vuoi suonare: beh amico! è tutta un'altra questione. E che dire delle tastiere poi? Un organo Hammond, un piano Rhodes o un piano vero hanno dei suoni irraggiungibili da qualsiasi synth, campionatore o suono "plasticoso" e appiccioso dei computer. Se non sai suonare, vai a fare il dj o il karaoke con i tuoi trucchetti elettronici da strapazzo, ma lasciaci in pace con la nostra musica... Noi siamo musicisti, non facciamo informatica...

Della monnezza della musica di plastica di oggi, non rimarrà nulla, ma il rock'n'roll, il blues, il R&B, il soul, il funky o il reggae non moriranno mai: semplicemente perchè si tratta di musica autentica.

In questo senso, le chitarre Rickenbacker, ed in particolare la Rick 360/12, hanno un suono veramente autentico: evocano ferro, cuoio, legno, birra e vino. Secondo me sono la personificazione di questo assioma.

Ragazzo o ragazza che leggi, se quindi ti devi fare una chitarra, un basso, una tastiera o una batteria pensa bene a quello che fai: potresti scoprire a tue spese di essere un/una musicista di plastica. Il che vuol dire fare una pessima figura o, peggio, essere una pessima figura.


E adesso, fatemi finire in santa pace la mia birra...

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