venerdì 27 novembre 2015

Rickenbacker 360/12 - Rickenbacker 360/12C63

La serie Ric 360/12 ha delle sorelle, ovvero modelli di chitarre a 12 corde della serie 360, ma con caratteristiche decisamente "speciali". 

Nel listino ufficiale Rickenbacker si può trovare la 360/12C63. La caratteristica di questa chitarra è quella di riprodurre fedelmente tutte le specifiche dell'esemplare suonato da George Harrison con i Beatles. Insomma si tratta di una replica fedele del modello semi-prototipale sviluppato nel 1963 e presentato ad Harrison nel 1964. Tanto per ricordare cose semi ovvie, questa chitarra ha caratterizzato il sound dei Beatles praticamente in album leggendari come "A Hard Day's Night", diventando praticamente un'icona di quegli anni. Tale è stata la fama di questa chitarra da portare alle stelle le vendite della Rickenbacker poichè tutti volevano imitare il suond british dei Beatles e da connotare stili musicali e timbriche per un bel po' di tempo . 

Insomma si tratta di un punto di riferimento musicale di primo piano con un suo sound caratteristico.

A questo punto viene spontaneo chiedersi (a chi frega qualcosa ovvio) quali differenze ci possano essere fra la Ric 360/12 e la Ric 360/12C63.

Già a guardarle si nota una prima differenza estetica immeditata: la 360/12C63 riporta i classici corni appuntiti del corpo che invece nella 360/12 si sono arrodondati a seguito di un'ondata di modernità e di restyling che interessò questa chitarra alla fine del 1964.


Rickenbacker 360/12C63

 
Rickenbacker 360/12

Ovviamente ci sono delle altre differenze dovute proprio al fatto che la 360/12C63 si rifà al modello di George Harrison. La casa costruttrice descrive i due modelli con le seguenti specifiche:


Da un punto di vista estetico, bisogna segnalare che la 360/12C63 monta le manopole in old-style (sembrano quelle dei vecchi apparecchi radio o TV dei primi anni '60). Inoltre invece del temutissimo tendicorde a forma di "R" (R Tailpiece) della 360/12, il modello C63 ha il trapezio (trapeze - più semplice nel cambio corde e pare anche più solido ed affidabile). Altra differenza è che la 360/12 ha 24 tasti mentre la 360/12C63 ne ha 21.

Altre differenze sono nel radius (più stretto nella 360/12C63), nel ponte, nel tipo di rifinitura del marker dei fret. Inoltre la 360/12C63 non ha il Ric-o-Sound; tuttavia monta i pick-up Toaster e, invece delle chiavi Schaller, dispone delle chiavi old-style Rickenbacker. 

Per il resto, dimensioni comprese, le chitarre sono identiche.

Sono quasi certo che la Ric 360/12 C63 sia prodotta solo in finitura Fireglo: del resto Harrison aveva una chitarra con questa livrea, quindi...

La 360/12C63 è una chitarra decisamente bella, con un forte potere evocativo, dal sound caratteristico e dalla forma inimitabile. Ovviamente costa di più ed è più difficile da trovare: ma se si è appassionati dei Beatles e delle chitarre Rickenbacker...










venerdì 9 ottobre 2015

Electro Harmonix Memory Boy De Luxe

Alcuni mesi fa mi è venuta voglia di acquistare un delay che potesse essere ben adattabile a tutte le mie chitarre, in particolare, ovviamente, alla mia Rickenbacker 360/12. Devo ammettere che ho una forte inclinazione al vintage, alle "sonorità di una volta"; non ho una grande passione per l'elettronica spinta. 

Per questa ragione, cercando un delay, mi sono subito orientato verso un pedale analogico. Attratto anche dal prezzo particolarmente interessante che mi ha proposto il mio amico Riccardo (che lavora in un grande negozio di strumenti musicali in Germania) e dopo averlo messo alla prova, mi sono orientato su questo Electro Harmonix Memory Boy De Luxe.

Questo pedale è piuttosto robusto, di un bel ferro e di un certo ingombro: tutte caratteristiche mi piacciono assai. Le manopole sono grandi ed i comandi sono tutti estremamente intuitivi. Ottimo per uno come me che non ha pazienza per capire le istruzioni e che oltretutto ci vede anche poco. Quando vado a suonare non ho tempo da perdere per regolare micromanopoline, numeretti o cosettine microscopiche. Mi serve roba semplice, grossa, schietta, "de ferro"!!!!

Questo pedale Made in U.S.A. si attacca, si regolano le manopole e sei pronto per suonare: senza fronzoli, senza cose strane. A secondo di quello che voglio fare, regolo il blend (ovvero il mix fra suono pulito ed effetto): gli altri comandi li regolo solo quando serve e, se il suono mi piace, l'effetto del delay lo lascio sempre inserito (anche con un suono di eco quasi impercettibile).

C'è anche un pedale per il tap che è molto utile. Chi non sapesse a cosa serve, ricordo che si tratta di un comando su cui con il piede si possono dare un paio di colpi: il delay imposta la lunghezza dell'eco sul tempo della battuta del piede. Molto comodo.
Il tasto del tap divide serve per rendere ancora più raffinata la capacità del tap. Utile, ma non lo smanetto più di tanto.

Per quanto riguarda le prestazioni, innanzitutto premetto che uso questo pedale nel loop (send/return) del mio Egnater Tweaker 112 (un combo valvolare) insieme ad un riverbero. Il suono che risulta è molto caldo, da rock classico, tutto molto analogico, tutto molto tradizionale. Non fruscia e non disturba. Diciamo che è un bel delay analogico ottimo anche per il blues.

In particolare, con la Rickenbacker 360/12 basta già una quantità minima di delay (non bisogna esagerare perchè altrimenti viene fuori un casino: ricordo che stiamo parlando di una 12 corde) per avere un bel suono vintage molto pieno e ricco. Molto utile per fare le classiche ballate...

Non voglio dilungarmi troppo a descrivere questo pedale anche perchè non voglio fare una recensione vera e propria. Diciamo però che con una chitarra coma la Rickenbacker questo delay si adatta molto bene (va ottimamente anche con le mie altre chitarre ovvio): ho insomma inserito questo Memory Boy De Luxe a pieno titolo nella mia pedaliera.

Ricordo che questo pedale funziona con l'alimentatore fornito in dotazione e sembra (almeno così ho notato dando una scorsa in Internet) che possa avere problemi a funzionare con le Daisy Chains. Dico sembra perchè io non l'ho collegato alla mia Daisy Chain: continuo a farlo funzionare con il suo alimentatore e non faccio esperimenti. (A proposito: per chi non lo sapesse una Daisy Chain è un cavo adattatore che permette di alimentare più pedali con un unico alimentatore - di adeguata potenza - grazie a un certo numero di morsetti).

Comunque direi che si tratta di un pedale che consiglierei soprattutto al chitarrista "vintage". Forse non è proprio indicato per il moccioso o la ragazzina che vogliono fare heavy metal: però non è detto, magari può andare bene anche per quel tipo di genere di musica...

Come ho detto suona molto bene con la Ric, ma fa un'ottima figura con tutte le chitarre con cui l'ho provato. Le dimensioni non particolarmente contenute potrebbero essere un aspetto negativo (insieme al problema dell'alimentatore di cui ho accennato sopra) per chi ha problemi di spazio nella pedaliera: personalmente non me ne frega niente... Anzi. 
 

lunedì 14 settembre 2015

Rickenbacker 366/12

Una cugina molto speciale della Rickenbacker 360/12 è senza ombra di dubbio la 366/12. Questa chitarra è stata prodotta dal 1966 fino al 1974 ed ha la caratteristica di montare un dispositivo in grado di trasformare la chitarra da 12 corde in 6 corde. Veniva definita una chitarra "convertible".



Si tratta del famoso "pettine" (comb) della 366/12: agendo su una apposita leva il pettine solleva le 6 corde aggiuntive e lascia libere la 6 corde di base. Et voilà: il gioco è fatto.


La 366/12 è pressochè identica alla 360/12: di solito la 366/12 monta i toaster come pickup invece degli hi-gain, ma per il resto non ci sono particolari differenze. Molto comune la livrea Fireglo, ma dovrebbero esistere esemplari anche di altri colori.

Si tratta chiaramente di uno strumento molto peculiare: visto poi che questa chitarra è stata costruita in pochi esemplari per un periodo di tempo piuttosto limitato, è inutile dire che è molto rara da trovare e, qualora si riuscisse ad imbattersi in una magari in buone condizioni, costa una barca di soldi.

Alcuni anni fa ho avuto la fortuna di metterci la mani sopra, dato che faceva parte della collezione privata di - appunto - un collezionista di chitarre che vive nella mia città. Penso che si tratti di una chitarra del 1967 o del 1968: aveva ovviamente il suo pettine che ho mosso il meno possibile perchè avevo paura di fare qualche danno e di non essere in grado di pagare gli eventuali cocci. 

Fatto sta che l'impressione generale che ho avuto è che si tratta certamente di una bella chitarra, forse un po' delicata: il meccanismo mi pare che aggiunga complessità ad una chitarra che già di per sè non è che sia un esempio di semplicità. Ovviamente il meccanismo non ha nulla di complicato: però fa una certa impressione. 

Ricordo poi che il pettine è stato montato anche su altri esemplari dando vita alle 336/12 e alle 456/12. Queste chitarre non le ho mai viste di persona...


 
Il fatto che non sia stato più adottato fa pensare che in effetti non fosse proprio il massimo. Ripeto: io avevo paura di rompere qualcosa: magari è solo una mia impressione.

Comunque, una gran bella chitarra, non c'è che dire: credo però che sia maggiormente destinata al mondo fatato del collezionismo piuttosto che all'uso quotidiano per un musicista. Potrei essere smentito però...

mercoledì 24 giugno 2015

50 anni fa: i Beatles in Italia

I Beatles al Vigorelli con la Ric 360/12 in mezzo al palco
Per un appassionato di chitarre Rickenbacker e fan sfegatato dei Beatles, la data del 24 giugno del 1965 è un momento fondamentale. 50 anni fa (cacchio come passa il tempo) i Beatles si esibivano al Vigorelli di Milano con un doppio concerto. 

Durante il loro tour in Italia (Milano, Genova, Roma) i Beatles non fecero mai dei veri e propri "sold out" tanto per far capire la mentalità provinciale che ha sempre imperato in questa misera landa europea. Siamo ancora attaccati alla musichina leggera italiana: ieri come oggi. Invece di Peppino di Capri o Massimo Ranieri oggi abbiamo Vasco Rossi, Ligabue, Tiziano Ferro, Giorgia et similia... Non è cambiato niente. 

Lasciamo perdere le polemiche e parliamo di cose serie. Ovviamente durante i concerti dei Beatles in Italia erano presenti le chitarre Rickenbacker ovvero la 325 di Lennon e la 360/12 di Harrison. e che ve lo dico a fare?!?!?

I Beatles al teatro Adriano di Roma. la Ric 360/12 è sempre il mezzo al palco!

I Beatles al Vigorelli. La Ric è sempre in mezzo. Notare la pubblicità della mitica Davoli

George Harrison mette a punto la sua Ric 360/12 prima di un concerto

Sembra tutto OK!
 Insomma una grande data e tanti ricordi: e io non c'ero. Ero troppo piccolo, ma in spirito c'ero, eccome se c'ero!

Nella discografia dei Beatles esiste un album intitolato "The Beatles in Italy" che non è un disco live, ma una semplice compilation uscita nel 1965. Alcuni pezzi presenti sul disco sono stati effettivamente suonati dai Beatles durante il loro tour italiano. Cito questo disco perchè il mio amico Massimo lo aveva (spero che lo abbia ancora). Quando eravamo due adolescenti patiti di musica con l'ambizione di diventare dei grandi musicisti l'avremo sentito penso 10 miliardi di volte sulla sua fonovaligia Lesa. Tanto per continuare a sentirmelo a casa. me lo registrai pure su una cassetta... Insomma un mare di ricordi ed un pizzico di nostalgia...

martedì 16 giugno 2015

Tutti a "Ellera Blues"!!!!!

Per un blog come questo, che sostanzialmente non legge nessuno, la promozione di eventi è un aspetto molto importante. Per tale ragione voglio promuovere il grande evento "Ellera Blues", un grande blues festival de noantri che si terrà domenica 21 giugno 2015 a Viterbo, appunto nel quartiere Ellera, in piazza generale Dalla Chiesa. 

La manifestazione, la prima del suo genere, prevede l'esibizione di gruppi blues, jam sessions fra musicisti, improvvisazioni varie, esecuzione di grandi classici per ricordare i grandi maestri del Blues (come il gigantesco B.B. King deceduto recentemente). Non è un contest quindi, non è uno show per cretini, ma una grande festa della musica non solo blues ma anche rock e funk. 

Tra le varie carattersitiche peculiari della manifestazione, voglio segnalare il fatto che non ci sarà un palco (che secondo me crea sempre una distanza fra chi suona e chi ti sta a sentire). Molto semplicemente butteremo per terra dei tappeti e poi via a suonare: i musicisti basta che si portano i loro combo, un jack, lo strumento e si butta per terra un altro tappeto e c'è posto per tutti.

Visto poi che il musicista astemio non esite, è prevista una mega festa della Birra. Ovviamente, se uno non avesse sete, c'è a disposizione un porchettaro che farà venire la sete necessaria a tracannare ulteriore birra.

Fra i musicisti in programma ci sono i Cassius' Heads (dove suono) e i BlueSky (dove pure suono).

Insomma una bella festa della musica (si inizia alle 18 e sis mette quando chiameranno i carabinieri...) e soprattutto dei musicisti, anche al fine di far avvicinare al blues, al rock-blues e al funk i giovanotti e le giovanotte. E se poi finisce tutto in baraonda, pazienza. L'importante è stare insieme a occupare le  piazze con la musica, a festeggiare e a suonare in una bella sera d'estate.

Hi Life!


mercoledì 3 giugno 2015

Rickenbacker 360/12 Turquoise

Le chitarre Rickenbacker sono strumenti piuttosto difficili da trovare soprattutto in un Paese abbastanza periferico da un punto di vista musicale come l'Italia. Come ho già scritto in altre occasioni, trovare una Ric 360/12 nuova o in decenti condizioni come usato non è un'impresa facile. Ovviamente quando si riesce a mettere le mani su un esemplare di chitarra Rickenbacker bisogna prendere quello che si trova soprattutto per quello che riguarda la livrea. In un mio post precedente ho già descritto le livree standard che sono le colorazioni con le quali è più facile imbattersi quando si acquista una Ric 360/12.

Pertanto troveremo in modo relativamente più facile una chitarra in colorazione Jetglo (nera), Fireglo (rosso sunburst tipico della Rickenbacker) o Mapleglo (naturale).

sistono però colorazioni speciali che la Rickenbacker ha realizzato per periodi limitati oppure rientranti nelle serie cosiddette "Color of the Year" (COY). In particolare queste chitarre COY sono state realizzate dal 2000 al 2006 in serie limitate con un colore specifico per ogni singolo anno come ad esempio le colorazioni Sea Green, Desert Gold, Burgundy, Montezuma Brown, Blue Boy, Blue Burst e Amber Fireglo. Si tratta, inutile dirlo di chitarre rarissime da trovare dai prezzi molto alti.

Tra le cosiddette colorazioni "occasionali" - non COY - spicca senza dubbio la Rickenbacker 360/12 Turquoise realizzata fra il 1991 ed il 2003. Si tratta di una bella tonalità di verde che attribuisce allo strumento una particolare eleganza. Come ho già detto, si tratta di chitarre con una livrea molto difficile da trovare e, per la loro rarità, molto costose. Personalmente non le ho mai incontrate direttamente e non le ho mai viste in mano a musicisti di fama. Sono comunque chitarre bellissime: da ammirare.
Una bellissima Ric 360/12 del 1996 tratta da Willie's American Guitars

Direi che sono strumenti di alto collezionismo. Fortunato chi le possiede.

martedì 19 maggio 2015

Vi presento il Basso "Arx"

Il purista, gran capiscione di bassi, avrà di certo già storto il naso: "e che cavolo è un basso Arx?". Per colmare l'enorme lacuna conoscitiva del nostro scorbutico esperto di bassi procedo subito a fornire qualche spiegazione.

Ieri il mio amico Sergio (grande conoscitore di musica blues, grande Bluesman e sopraffino costruttore di chitarre) mi ha consegnato il basso "Arx" che gli avevo commissionato qualche tempo fa. Si tratta di uno strumento "artigianale", fatto su mia specifica richiesta, con delle caratterstiche precise che io avevo chiesto a Sergio e che lui ha perfettamente realizzato come volevo.

Si tratta di un basso semiacustico e fretless (senza tasti). Lo stile richiama la Gibson ES-335 Walnut (che io adoro...): quel suo colore antique walnut brown, non troppo lucido-non troppo opaco semi anticato, è eccellente. Le meccaniche dorate spiccano molto con questa tonalità di colore. Il manico è molto scorrevole: ho montato del corde flat che filano che è un piacere.



Positiva anche la resa sonora: regolando i toni si riesce ad ottenere un suono molto contrabbassistico: insomma suoni molto caldi e malinconici.

L'ho chiamato Arx come uno dei luoghi più sacri dell'Antica Roma: speriamo che sia di buon auspicio.

Penso che userò questo basso per fare il blues classico (non molto tirato) e il blues con sentore di Jazz (non sono un musicista jazz...): roba insomma da suonare nelle bollenti notti d'estate, fuori davanti la porta di casa con qualche amico e qualcosina da bere...

Unica piccola pecca: pesicchia. Ma penso che con un po' di esercizio fisico si può facilmente ovviare al problema...

venerdì 15 maggio 2015

Robben Ford a Roma

Ieri sono stato al concerto che Robben Ford ha tenuto presso l'Auditorium della musica di Roma. Un concerto meraviglioso: ottimo sound, eccellente repertorio, tecnica stratosferica.

Tutta la band ha avuto un tiro trascinante su tutti i pezzi: mai il benchè minimo calo di tensione. Una serata fantastica. 

Molto blues, un bel po' di funk, contaminazioni jazz: il massimo. 

Di altissimo livello tutta la band: Robben Ford è sempre uno dei più grandi chitarristi in circolazione. Che strumenti e che amplificatori...

Da segnalare anche la pregevole esibizione della band italiana che ha aperto il concerto di Robben Ford.

A tutti i chitarristi e le chitarriste soprattutto giovani che vogliono farsi una cultura d'ascolto di blues e funk suggerisco di sentire alcuni pezzi di questo grandissimo chitarrista, elemento fondamentale per una cultura musicale degna di questo nome.

Il suo sito lo potete visionare su questo link

venerdì 8 maggio 2015

Rickenbacker 360/12 vs 330/12

Argomento piuttosto delicato e dibattuto fra gli appassionati di Rickenbacker e non, è senza dubbio quello del confronto fra la Rickenbacker 360/12 e la sorella 330/12.

La questione non è di secondaria importanza vista la grande somiglianza fra le due chitarre e la non secondaria differenza di prezzo. Cosa distingue dunque queste due chitarre? Sulla base di queste differenze, vale la diversità di prezzo? Vale la pena investire più soldi nella 360/12?

Innanzitutto vediamo di cosa stiamo parlando.
 
Una Rickenbacker 330/12 Jetglo


Una Rickenbacker 360/12 Jetglo

 
Se si dà uno sguardo al sito ufficiale Rickenbacker e si fa un confronto fra queste due chitarre  utilizzando la funzione "compare models" si noterà immediatamente  che non si notano grandi differenze. Da un punto di vista tecnico e strutturale le chitarre sono praticamente identiche: stesse misure, stesse caratteristiche, stesse dimensioni, stessi materiali, stessi magneti. Le uniche differenze che si notano riguardano il fatto che la 360/12, rispetto alla 330/12, ha il binding, il Ric-o-Sound e i segnatasti con inserti triangolari  invece che a punti (dot). 

Ovviamente vi è anche una discreta differenza estetica dato che la 330/12 presenta i famosi "corni" appuntiti, mentre la 360/12 ha le corna smussate.

Ma da un punto di vista pratico, cosa cambia? Queste due chitarre alla fin fine suonano allo stesso modo o no?

Sinceramente io non ho avuto modo di fare un confronto personale, non ho un'esperienza diretta. A guardarle così alla fine queste due chitarre dovrebbero suonare in pratica allo stesso modo. 

La differenza principale,secondo me, è prima di tutto estetica: si tratta sostanzialmente di preferire le corna appuntite della 330/12 o le corna smussate della 360/12. Il Binding ovviamente rende la 360/12 più bella ed elegante: lo stesso dicasi degli intarsi sulla testiera come segnatasti rispetto ai semplici dots.

Ovviamente il Ric-o-Sound, di cui ho parlato su questo blog è un optional interessante che rende la 360/12 uno strumento molto particolare con funzioni e sonorità molto originali. Certo, bisogna perderci un po' di tempo ed usarlo (se si ha intenzione di farlo...). Come ho già scritto il binding sulla tastiera potrebbe rendere più scorrevole l'uso della mano sinistra sulla 360/12 rispetto alla 330/12 che non ha il neck-binding. 

In rete ho poi letto che qualcuno sostiene che la presenza del neck-binding renda la tastiera della 360/12 leggermente più stretta rispetto a quella della 330/12 (considerando che la tastiera di queste chitarre non è particolarmente larga...) Sempre in rete qualcuno afferma che, essendo chitarre semiacustiche, le punte della 330/12 restituiscono dei suoni più metallici mentre la 360/12, con le sue corna spuntate, avrebbe dei suoni più caldi. Sono tutte cose, queste, che non sono in grado al momento di confermare con la mia esperienza diretta.

Insomma che dire? Le due chitarre sono molto simili, ma la 360/12 costa un po' di più. Vale la pena spendere questi soldi in più? Questa è la domanda delle domande...

Per quanto mi riguarda devo dire che la 360/12 mi è subito piaciuta per il suo look, mi sembra meno datata rispetto alla 330/12 che in sostanza sembra un po' la "sorella povera" della 360/12. Non è un caso che la 360/12 viene indicata come "De Luxe". Certo si tratta di valutazioni personali, ma in certi casi possono pesare anche queste considerazioni.

Non bisogna dimenticare poi che quando si tratta di acquistare una Rickenbacker non sempre si ha un grande margine di manovra e di scelta: talvolta bisogna prendere quello che si trova. Almeno in Italia funziona così. Non sempre quindi si può scegliere...